I segretariati della NATO e delle Nazioni Unite hanno firmato un accordo di cooperazione senza permettere agli stati membri dell'Organizzazione di prendere visione del testo. Il Ministero degli Esteri russo ha espresso rammarico per il fatto che il documento sia stato firmato senza darne preavviso alla Russia.
La situazione è stata esposta dal rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo Andrej Nesterenko. "Secondo i nostri dati, un tale accordo di collaborazione e cooperazione tra i segretariati della NATO e delle Nazioni Unite è stato firmato pochi giorni fa, come ha detto Dmitrij Rogozin (rappresentante della Russia alla NATO)", ha spiegato Nesterenko.
Secondo Nesterenko non appena era emersa questa idea "ne siamo stati messi a conoscenza, da parte nostra sono stati presi contatti per discuterne ed è stato espresso il nostro punto di vista".
Il diplomatico ha spiegato che "ne abbiamo poi dedotto che se tale questione fosse stata sviluppata sarebbero continuate le consultazioni con la Russia in quanto membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e che prima di prendere una decisione ci sarebbe stata offerta una chiara descrizione di ciò che ci si proponeva di fare". Nesterenko ha osservato che "nell'ultima fase dell'accordo, benché al più alto livello ci fosse stato assicurato dal segretariato delle Nazioni Unite che il documento non sarebbe stato firmato prima di avvertirci, l'accordo è stato invece firmato, e questo non può non sollevare questioni sul rispetto degli impegni presi".
Secondo il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, i russi si sono stupiti del fatto che il testo dell'accordo contenesse disposizioni che riguardano la cooperazione sulle questioni del mantenimento della sicurezza internazionale in base alla Carta delle Nazioni Unite, ma anche in base ad altre direttive internazionali.
Fonte: Utro.ru
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Più articolato Rogozin ieri (9 ottobre), che aveva dato per primo la notizia poi confermata da Lavrov e Nesterenko: l'accordo sulla cooperazione tra le due organizzazioni è stato firmato a New York il 23 settembre nell'ambito di una seduta dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal segretario generale della NATO Jan de Hoop Scheffer e il segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon.
"Non sapevamo del fatto e della data della firma", ha dichiarato Rogozin. La Russia ha sollevato la questione all'incontro degli ambasciatori del Consiglio del partenariato euroatlantico, l'8 ottobre a Bruxelles.
"Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon in base alla Carta dell'ONU non ha tali prerogative, e ha travalicato i suoi poteri", ha dichiarato Rogozin ai giornalisti.
Rogozin ha sottolineato che nella dichiarazione comune salta agli occhi la discrepanza tra il preambolo e il testo, nel quale si parla di cooperazione tra le due organizzazioni nella lotta contro le sfide del XXI secolo.
"Forse i nostri funzionari di Bruxelles (cioè della NATO) e di New York (cioè delle Nazioni Unite) nel sonno si trasformano in combattenti contro il male globale e, come Don Chisciotte, lottano con i mulini a venti del terrorismo mondiale", ha detto il diplomatico.
Secondo Rogozin i russi non erano d'accordo con il "patto Scheffer-Ban Ki-Moon" in quanto non dice nulla del ruolo globale delle Nazioni Unite nella protezione della pace e della sicurezza mondiale, né dell'impegno delle organizzazioni regionali nei confronti del diritto internazionale.
"Di fatto il documento è stato firmato sotto dettatura della NATO, e usa il linguaggio NATO", ha detto Rogozin, spiegando che i russi non possono "riconoscere la legittimità di un simile documento e lo considereranno espressione del pensiero personale del signor Ban Ki-Moon".
Dopo aver precisato che la Russia non si oppone in linea di principio alla cooperazione ONU-NATO, il rappresentante russo ha osservato che essa è però possibile solo con il consenso dei paesi membri della NATO. In tal senso Rogozin ha espresso la speranza che la questione sia oggetto di discussione nel Consiglio di Sicurezza e nel segretariato delle Nazioni Unite e anche nella NATO, poiché "il significato di questo documento è collegato all'Afghanistan".
Affermando la necessità di firmare una dichiarazione comune sulla cooperazione tra i segretariati della NATO e dell'ONU, Rogozin ha espresso l'opinione che la NATO stia cercando di presentare la situazione in modo tale da spartire la responsabilità con l'ONU in caso di fallimento della NATO in Afghanistan, utilizzando l'Organizzazione delle Nazioni Unite come un "ombrello".
Fonte: Ria Novosti
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Dalla piattaforma svizzera di attualità ed informazione "Swissinfo". (10 Ottobre 2008)
La Russia denuncia l'esistenza di un patto segreto tra Onu e Nato, ma il segretario generale delle Nazioni Unite spiega che tutto è stato fatto alla luce del sole, e soprattutto Mosca è stata avvertita ed informata.
C'é stato un vero botta e risposta, in queste ore, tra la Russia e le Nazioni Unite per un accordo sulle operazioni di peacekeeping che il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aveva firmato con il suo omologo della Nato, Jaap de Hoop Scheffer, a margine dell'Assemblea Generale di fine settembre.
Mosca ha accusato Ban di considerare l'Alleanza Atlantica "non come un'organizzazione militare regionale, ma come un sostituto dell'Onu in tutti gli affari legati alla sicurezza internazionale". Il rappresentante permanente della Russia alla Nato, Dmitri Rogozin, ha addirittura detto anche che il segretario generale "rischia di subire una destituzione: le sue azioni sono vergognose".
Le Nazioni Unite smentiscono che Mosca sia stata tenuta all'oscuro del patto. Fonti qualificate del Palazzo di Vetro hanno detto all'ANSA che la Russia sapeva che le organizzazioni avrebbero sottoscritto il documento a margine dell'Assemblea.
La portavoce del segretario generale, Michelle Montas, spiega che l'accordo "prende atto della realtà " e non modifica né gli obiettivi né le prerogative delle due istituzioni internazionali.Il documento, firmato il 23 settembre, riconosce che "l'Onu e la Nato hanno cooperato su questioni pratiche per più di un decennio nell'ambito delle missioni delle Nazioni Unite. I Balcani e l'Afghanistan ne sono due esempi", precisa la Montas, che aggiunge: "la dichiarazione offre una cornice di lavoro per consultazioni e cooperazione tra i due segretariati, prevede un meccanismo per scambi regolari e il dialogo tra i responsabili, oltre che per una cooperazione sull'addestramento, la condivisione delle informazioni e le lezioni imparate".
"I rappresentanti della Russia all'Onu erano al corrente - spiega un responsabile vicino a Ban, chiedendo di rimanere anonimo - non so fino a che livello sia giunta la comunicazione, ma l'Onu ha avuto contatti con loro prima della firma".
Le fonti sottolineano che Mosca non ha inoltrato alcuna rimostranza - almeno non a livello ufficiale - ma hanno ammesso che negli ultimi mesi ci sono stati attriti tra il Cremlino e il Palazzo di Vetro su argomenti come il Kosovo e la Georgia.
Alcuni osservatori sostengono che tra tre anni, alla fine del mandato di Ban, sarà difficile che Mosca rinnovi la fiducia all'ex ministro degli Esteri della Corea del Sud.
"In passato abbiamo avuto problemi con altri Paesi, ad esempio con gli Stati Uniti sull'Iraq - aggiungono le fonti vicine al segretario generale - ma noi cerchiamo sempre la cooperazione con tutti i Paesi".
"La Russia - ha concluso il responsabile - è un partner di valore alle Nazioni Unite. Il segretario generale e tutto il personale dell'Onu continueranno a collaborare con Mosca su un'ampia gamma di iniziative".
SDA-ATS
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Certamente di tutto questo se ne è parlato anche il 21 Ottobre all'incontro tra i vertici militari russi ed americani. Tale meeting si è tenuto presso il Königstedt Manor, vicino ad Helsinki. Voluto da Mosca, ha avuto come oggetto di discussione "reciproche preoccupazioni e reciproci interessi". L'ammiraglio americano Mullen ha tentato, neanche troppo felicemente, di sdrammatizzare il tutto: "Anche nei giorni più critici della Guerra Fredda dialogavamo e credo dobbiamo continuare anche ora".
Il New York Times (Thom Shanker, 22-10-2008) racconta così la vicenda.
The United States and Russia sent their top military officers to this neutral capital, with its resonant legacy of cold-war-era talks, for a secretly arranged meeting on Tuesday to try to push their strained relations back on track, American officials said. It was the first time that Adm. Mike Mullen, chairman of the Joint Chiefs of Staff, had met his counterpart, Gen. Nikolai Makarov, since the Russian was appointed chief of the General Staff this summer. However, the two had spoken by telephone multiple times during the brief August war between Russia and the former Soviet republic of Georgia. The conflict — in which much of the West sided with Georgia and its claims to two breakaway enclaves — worsened relations between Moscow and Washington, particularly after the enclaves declared their independence with Russia’s backing. “I think it’s important that we talk when there isn’t a crisis,” Admiral Mullen said after the meeting. American military officers said that the session, held at the Königstedt Manor along the Vantaa River, just outside Helsinki, was organized at the request of the Russians. The admiral said he and General Makarov had discussed American disquiet over the war in Georgia — Russia’s first post-Soviet offensive outside its soil — as well as Russian unhappiness with the arrival of American warships in the Black Sea with humanitarian aid for Georgia. Other topics included NATO’s relations with Russia and how to improve cooperation on countering terrorism, halting the proliferation of unconventional weapons and stemming narcotics trafficking. Admiral Mullen offered no details of those discussions but said that he and his counterpart had pledged to continue talking. “Clearly the relationship has changed because of what happened in Georgia,” Admiral Mullen said. “But by no means should it end. I don’t think it can resume exactly where it was before Georgia, but we also covered areas of mutual concern.” He said that “even in our darkest days of the cold war we were talking to each other — and I think we need to continue.” “I’ll go home encouraged by the opportunities that I had to discuss the issues in a very direct way, face to face, and the commitment that in the future we will stay engaged,” he said. Relations were strained before the Russia-Georgia war. Russia has used its oil and natural gas to fill its coffers and rebuild its military since the disarray of the 1990s, and it has resumed flexing its might with flights by long-range bombers and surveillance planes to test American and NATO airspace. At the same time, Washington’s recent agreements with Poland and the Czech Republic to host American missile-defense sites brought outrage and even threats of military action from the Kremlin. American officials have emphasized that the system — radar equipment and 10 interceptors — is intended to counter a potential Iranian missile attack and poses no threat to the Russian nuclear arsenal. After returning to Moscow, General Makarov told reporters that Russia would “need to take measures in connection with the deployment of missile defense systems in the Czech Republic and Poland.” As tensions have escalated, Admiral Mullen and Defense Secretary Robert M. Gates have spoken in calm, calibrated terms of the Kremlin’s military decision-making and foreign policy. They have challenged the Kremlin to behave better in global affairs but have noted that Russia’s armed forces do not pose a global risk. General Makarov was elevated to chief of the Russian General Staff this summer after a long career in the ground forces, although his most recent post was as chief of armaments and deputy defense minister for industrial procurement, according to his official biography. Pentagon officials said his appointment appeared to be part of a Kremlin push to modernize Russia’s military and clamp down on corruption and waste in procurement and payrolls. After the Russia-Georgia conflict, some newer NATO members expressed concerns about their own territorial integrity. Among the most concerned were the Baltic states — Latvia, Lithuania and Estonia — as well as Poland and the Czech Republic. Admiral Mullen said it was vitally important for all of NATO to reassure members that the alliance’s mutual-security guarantees remained an imperative, and he pointedly visited Riga, the Latvian capital, after the Helsinki meeting.
Passo e chiudo.
FRA
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