


In un'intervista al sito Euobserver, Saakashvili si dichiara sicuro che le proteste non sfoceranno in un colpo di Stato. "Un golpe richiede una spaccatura nell'esercito e nella polizia e una crisi politica in Parlamento. In questo momento queste condizioni non esistono qui. Ci sono delle persone scontente soprattutto a Tbilisi, ma il loro consenso nelle campagne è praticamente pari a zero", ha spiegato Saakashvili. Il leader georgiano è sotto accusa del mondo politico per la disastrosa campagna militare in Ossezia del sud lo scorso agosto, che ha portato alla guerra con la Russia, e il crescente piglio autoritario degli ultimi due anni. Lui stesso 5 mesi fa aveva deciso di anticipare il voto, alla ricerca di un nuovo mandato dopo le proteste represse con la violenza nel novembre 2007. Secondo un sondaggio condotto a marzo dall'International Republican Institute, solo il 28% dei georgiano sostiene la richiesta di dimissioni di Saakashvili, mentre il 51% è d'accordo con il presidente sul fatto che la Georgia ha bisogno di "unità e pazienza" per affrontare la crisi. E su questa 'pazienza' conta Sakashvili per restare in sella, malgrado la crescente debolezza anche sulla scena internazionale. Oggi moderato e conciliante nei toni, il presidente ha comunque inviato le truppe antisommossa a presidiare il parlamento e la sede della televisione. E secondo l'opposizione oltre 50 attivisti sono finiti in manette nell'imminenza della manifestazione. "Una sessantina dei nostri militanti sono stati arrestati, sono andati a cercarli al loro domicilio" nella notte a Rustavi, nei pressi della capitale, ha denunciato Kathouna Ivanishvili, portavoce del Movimento democratico - Georgia unita, la compagine di cui fa parte l'ex presidente del Parlamento Nino Burjanadze, passata all'opposizione. "E' chiaro che è stato fatto - ha aggiunto - per impedire loro di manifestare". Il ministero dell'Interno ha smentito. La protesta odierna assomiglia molto all'inizio di una nuova fase della politica georgiana. Il giovane Alasania e la più navigata Burzhanadze non hanno fretta. Tra l'altro non vi è condivisa opinione su come procedere. C'è chi chiede un referendum e chi vuole a tutti i costi elezioni anticipate. Un segnale veramente preoccupante per Saakashvili arriva dall'Adzharia, la regione secessionista 'cancellata' dal presidente, dove oggi si è manifestato, come pure nella città portuale di Batumi. A Tbilisi molti pensano che la scintilla per la vera esplosione può venire proprio dall'Adzharia, che è appoggiata dalla Russia e che di Saakashvili non voleva saperne neppure nel 2004. Una ribellione in questa piccola provincia secessionista potrebbe scatenare la vicina Samtskhe-Javakheti, sempre a Sud. Secondo il sito di intelligence americano Stratfor, considerato vicino al Dipartimento di stato, Mosca ha convogliato molti fondi per le proteste al via oggi. Stratfor sostiene che l'ora di Saakashvili potrebbe suonare presto. Uno statement diffuso nella notte dalla diplomazia statunitense suona effettivamente come un monito al presidente e quasi un incoraggiamento all'opposizione, sempre che si resti in territorio pacifico. Esortando le parti a limitarsi al confronto politico, anche duro, ed evitare ogni fo
rma di violenza durante la protesta in agenda oggi a Tbilisi, il Dipartimento di Stato sottolineare che "come amico della Georgia, gli Stati Uniti sostengono il popolo georgiano nel loro continuo sforzo per costruire la democrazia". La nota ribadisce il sostegno alle riforme democratiche "incluso il codice elettorale, la giustizia e i media indipendenti": una sottolineatura in odore di critica al presidente Saakashvili e alla sua personale battaglia contro alcune testate dell'opposizione.

(wallstreetitalia.com 9 Aprile 2009)
Passo e chiudo.
FRA
1 comment:
Direi "alla faccia della democrazia georgiana"!
Un saluto,
Lippa
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