Monday, December 10, 2007

EL METODO (The method)

A cosa sei disposto a rinunciare per un posto di lavoro? Questa è la domanda centrale del bel film di Marcelo Piñeyro datato 2005, produzione spagnola-argentina che riprende un'opera teatrale di Jordi Galcerán. La trama è semplicissima: un gruppo di persone si presenta in un ufficio per cercare lavoro. Dopo la compilazione di un questionario vengono fatti sedere attorno ad un tavolo, ognuno con un monitor davanti a sè. Non vi è nessun altro nella stanza, ad eccezione di una segretaria che ogni tanto entra ed esce. Solo uno di loro otterrà l'ambito posto, in quella che a tutti gli effetti appare come una grossa multinazionale. Saranno selezionati attraverso un metodo: è il metodo Gronholm. Nessuno sa di preciso in che cosa consista tale metodo. Sin da subito però si intuisce quale sia la ratio di fondo. Nello schermo di uno dei candidati compare un messaggio: "uno di voi non è un vero candidato, decidete chi sia, a quel punto egli verrà eliminato dalla selezione".
Un'aspra lotta, un rinunciare ai propri valori, uno svendersi, un puntare all'eliminazione dell'altro. Dal monitor le indicazioni per le prove sono sempre minimali, stringate. Saranno i candidati ad organizzarsi, sarà la loro interazione l'oggetto della valutazione dell'anonimo computer.
Un thriller? Da alcuni punti di vista sì. Un commedia? Anche. Un film drammatico? Anche questo. Sopprattutto però un'occasione per riflettere sulle "leggi dell'impresa", sulla competizione ad ogni costo.
Tutto il film è praticamente ambientato in una stanza, asettica, quasi irreale. Tale stanza è con tutta probabilità posta in cima ad un grattacielo. La dimesione verticistica è una componente essenziale dell'opera: chi aspira a quel posto di lavoro ha già una carriera alle spalle, ha già "scalato" diverse posizioni, ed ora si trova lì, uno degli ultimi gradini prima del vertice. Per salirli, occorre rinunciare a molte cose. Fuori, per le strade, alla base, imperversano non ben specificate manifestazioni di protesta contro le multinazionali e la globalizzazione. Il contrasto è molto accentuato. Non si tratta di positivo/negativo, ma semplicemente di due realtà antitetiche, due modi diversi di vedere il mondo. Fuori infatti si combatte, si lotta. Ma anche dentro, ricordiamo, si combatte e si lotta. Cambia il modo, cambiano i principi, non cambia la sostanza. Ad un certo punto del film verrà detto: "i metodi di selezione del personale vennero inventati dall'esercito tedesco dopo la Prima Guerra Mondiale, poi passarono all'esercito britannico, poi all'americano, poi all'impresa".
Il cast è molto buono. Ottimi Eduardo Noriega, Ernesto Alterio, Pablo Echarri e Carmelo Gomez. Rilevante la partecipazione di Najwa Nimri attrice e cantante spagnola. Anche la regia è molto buona e curata, anche se alcune scelte paiono discutibili. El Método è quindi un film da vedere. Non credo esista però una versione italiana: ci si dovrà accontentare o della versione in lingua spagnola o di quella inglese.
Propongo sotto un estratto significativo dell'opera, nella quale "il monitor" chiede ai candidati di dimostrare perchè, in un ipotetico futuro post-conflitto nucleare dove i candidati dovranno vivere in un rifugio anti-atomico, la loro presenza sarà necessaria. Dovranno dimostrare ciò usando esclusivamente i dati presenti nei loro curricula. Chi sarà rienuto "non necessario", dovrà uscire dalla selezione.
Passo e chiudo.
FRA

3 comments:

Anonymous said...

scusa la domanda.. è mai uscito in italiano qusto film? l'ho visto in spagnolo ad un corso e mi è piaciuto moltissimo, purtroppo non ho capito tutti i passaggi e vorrei rivederlo in italiano.. sai dirmi se esiste??

Francesco Rossi said...

Non credo proprio esista una versione italiana. Al massimo, se ti trovi meglio, puoi guardarlo in inglese (e forse in francese).

Unknown said...

ciao a tutti,
sapete dove si possa trovare la versione inglese del film???
grazie mille anticipatamente

 
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