Saturday, June 7, 2008

THE SHINS

Molto spesso la scena indie risulta alquanto stucchevole: scopiazzature di scopiazzature di artisti che a loro volta hanno scopiazzato altri artisti. Difficilmente in tanto fiorire di bands indie rock si riscontra qualcosa di veramente interessante. Questo è il caso dei The Shins, band di Albuquerque, New Mexico, un south-west spesso tagliato fuori dai clamori e dagli onori delle copertine musicali.
All'attivo sin dal '97 (anche se solo dal 2001 con il nome The Shins), la band capitanata da James Russel Mercer ha sin da subito abbinato qualità e successo, vendendo con i primi due album oltre un milione di copie. Difficili da "digerire" per l'ascoltatore frettoloso, i The Shins mescolano cripticamente al loro interno elementi rock, pop, folk, country, elettronici, alternative e garage, risultando peraltro palesemente debitori di un approccio stile Beach Boys, tendenzialmente Byrds, che rimanda a Bob Dylan, ma che corteggia anche senza indugi la scena british. Le rimembranze sixties vengono tuttavia elaborate con grande novità: i The Shins hanno una forte identità e la loro impronta creativa risulta immediatamente distinguibile. Al contrario, "fare proprio" il brano risulta veramente arduo per l'ascoltatore. Perso nella psichedelia di sottofondo e nelle imprevedibili linee vocali, egli non riuscirà a decifrare troppo facilmente il senso stesso della canzone, che rimarrà sospesa nella mente, in stand-by in attesa di un nuovo ascolto.
E' questa la magia dei The Shins.
L'album del 2001, "Oh, Inverted World", successo a livello mondiale, gioca sulla forza di pochi brani, su tutti "New Slang" e "Know yout Onion!", presentandosi tuttavia come un album molto coerente al suo interno che sfodera un'atmosfera low-fi da godere intimamente.
Il successivo "Chutes too Narrow" del 2003 risulta molto più ostico per l'ascoltatore, forse anche perchè molto frammentato al suo interno. Nonostante sia registrato a Seattle, l'atmosfera grunge-noise sembra essere lontana anni-luce. Anche in questo caso non mancano le perle: assolutamente magnifiche "Saint Simon" e "Young Pilgrims".
L'attesissimo "Wincing The Night Away" del 2007 è la definitiva consacrazione al grande pubblico. Il disco, facilmente "assimilabile", supera, anche grazie alla sua semplicità, le timidezze dei lavori precedenti. Viene qui confermato un vero e proprio "stile Shins", uno stile capace di disegnare atmosfere impalpabili e sublimi, grazie a brani come "Pantom Limb", "Turn On Me", "Black Wave" e "A Comet Appears".

Per voi ho selezionato tre video. Il videoclip del loro primo grande successo, la celeberrima "New Slang", il videoclip dell'ultima traccia del primo album "The Past And Pending" (stupendo l'accostamento musica-immagini) ed infine una performance live del brano "Turn On Me".
Passo e chiudo.
FRA

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